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Parte 2

 

 

5 - PAROLE-DEITTICHE.

 

Le parole-deittiche vulcaniane hanno cinque livelli, a seconda che le cose siano vicine e percepibili, vicine e impercepibili, distanti e percepibili, distanti e impercepibili, lontane. Ognuno di questi stati è contrassegnato da una vocale, nell'ordine: i e a u o. La grammatica vulcaniana considera parole-deittiche sia quelli che in italiano sono gli aggettivi dimostrativi, sia quelli che sono i pronomi personali (i quali alla terza persona esibiscono i medesimi stati deittici).

 

5.i - Aggettivi dimostrativi

La ripartizione degli aggettivi dimostrativi in "questo" "codesto" e "quello", tipica dell'italiano, la ritroviamo anche in vulcaniano, con la differenza che qui sia il "questo" che il "codesto" hanno due forme diverse a seconda che la cosa in questione sia più o meno percepibile.

La forma "non percepibile" viene usata sia per un oggetto concreto che non è immediatamente visibile, essendo nascosto da qualche parte, ma anche per oggetti astratti.

Dunque si dirà i-plak "questo sangue" (percepibile) se si sta esaminando una ferita aperta, ma e-plak "questo sangue" (impercepibile) se non vi è alcuna ferita e il sangue non è esposto trovandosi all'interlo.

Analogamente si dirà "i tuoi pensieri" (impercepibile) riferendosi a ciò che un altro sta pensando, e quindi non immediatamente evidente a un'altra persona.

Radice

Esempio

Traduzione

1

"questo" (vicino e percepibile)

i-

i-plak

"questo sangue"

2

"questo" (vicino e impercepibile)

e-

e-plak

"questo sangue"

3

"codesto" (distante e percepibile)

a-

a-plak

"codesto sangue"

4

"codesto" (distante e impercepibile)

u-

u-plak

" codesto sangue"

5

"quello" (lontano)

o-

o-plak

"quel sangue"

 

5.ii - Pronomi personali.

Nella classe delle parole-deittiche il vulcaniano intende non solo gli aggettivi dimostrativi, ma anche i pronomi personali. La ragione è che le terze persone distinguono i cinque livelli deittici che abbiamo già visto all'opera negli aggettivi dimostrativi.

Vi è inoltre in vulcaniano anche uno speciale paradigma per le forme onorifiche, che distingue il suffisso -kan (per rivolgersi a un superiore o a una persona anziana) e il suffisso -kam (da usarsi a una persona giovane o in un clima familiare); per esempio Spock chiamerebbe Saavik Sa'avikan, Saavik chiamerebbe Spock Spokam.

Singolare:

Traduzione

Radice

Familiare

Onorifico

1a persona

"io"

th'

th'kan

th'kam

2a persona

"tu"

s'

s'kan

s'kam

3a persona maschile

"egli" (vicino e percepibile)

iw'

iw'kan

iw'kam

"egli" (vicino e impercepibile )

ew'

ew'kan

ew'kam

"egli" (distante e percepibile)

aw'

aw'kan

aw'kam

"egli" (distante e impercepibile)

uw'

uw'kan

uw'kam

"egli" (lontano)

ow'

ow'kan

ow'kam

3a persona femminile

"ella" (vicina e percepibile)

iwl'

iwl'kan

iwl'kam

"ella" (vicina e impercepibile )

ewl'

ewl'kan

ewl'kam

"ella" (distante e percepibile)

awl'

awl'kan

awl'kam

"ella" (distante e impercepibile)

uwl'

uwl'kan

uwl'kam

"ella" (lontana)

owl'

owl'kan

owl'kam

3a persona neutro

"esso" (vicino e percepibile)

in'

"esso" (vicino e impercepibile )

en'

"esso" (distante e percepibile)

an'

"esso" (distante e impercepibile)

un'

"esso" (lontano)

on'

Nel plurale, il vulcaniano distingue due diverse prime persone (noi inclusivo di te, noi esclusivo di te). La forma inclusiva è valida quando nel "noi" è compreso sia chi parla che chi ascolta, la forma esclusiva quando è compreso chi parla ma non chi ascolta.

Traduzione

Radice

Familiare

Onorifico

1a persona (inclusivo)

"noi" (tu compreso)

the's'

the's'kan

the's'kam

1a persona (esclusivo)

"noi" (ma non te)

the'

the'kan

the'kam

2a persona

"voi"

se'

se'kan

se'kam

3a persona maschile

"essi" (vicini e visibili )

iwe'

iwe'kan

iwe'kam

"essi" (vicini e invisibili)

ewe'

ewe'kan

ewe'kam

"essi" ( distanti e visibili )

awe'

awe'kan

awe'kam

"essi" ( distanti e invisibili )

uwe'

uwe'kan

uwe'kam

"essi" (lontani)

owe'

owe'kan

owe'kam

3a persona femminile

"esse" (vicine e visibili )

iwle'

iwle'kan

iwle'kam

"esse" (vicine e invisibili )

ewle'

ewle'kan

ewle'kam

"esse" (distanti e visibili )

awle'

awle'kan

awle'kam

"esse" ( distanti e invisibili )

uwle'

uwle'kan

uwle'kam

"esse" (lontane)

owle'

owle'kan

owle'kam

3a persona neutro

"loro" ( vicini e visibili )

ine'

"loro" ( vicini e invisibili )

ene'

"loro" ( distanti e visibili )

ane'

"loro" ( distanti e invisibili )

une'

"loro" (lontani)

one

Per esempio, il nome vulcaniano della malattia chiamata "leucocuprocitosi" è plaks'ran, "il sangue ti uccide" (letteralmente: "sangue te uccide"). Si noti la presenza del pronome s' "te", che posposto a plak "sangue" dà anche un'idea di possesso: "il tuo sangue ti uccide".

 

6 - PAROLE-QUALITÀ.

 

Le parole-qualità si dividono in parole-attributi (corrispondenti ai nostri aggettivi qualificativi) e in parole-avverbi (corrispondenti ai nostri avverbi). La differenza, in vulcaniano, è che le prime definiscono le qualità delle parole-entità, le seconde le qualità delle parole-verbo.

 

6.i - Parole-attributi.

Corrispondono ai normali aggettivi qualificativi dell'italiano, come krup "azzurro", sbah "rosso".

Le parola-attributo precede sempre la parola-entità a cui si riferisce.

sbah plak "sangue rosso"

Facciamo qualche esempio più complesso:

Mqkoi'at sbah e-plak "il sangue rosso del signor McCoy". Qui il nome di McCoy è seguito dalla particella del possessivo 'at, mentre la parola plak "sangue" è preceduta dal dimostrativo e- ad indicare vicinanza e invisibilità.

Spok'at krupat'oram u'plak "il sangue verde del signor Spock"; valgono qui le stesse considerazioni. Si noti che la parola "verde" è resa dal termine krupat'oram formato da krup "azzurro", seguito at'or "0,7+0,3", seguito da ram "giallo".

Le sfumature dei colori, in vulcaniano, vanno rese stimando le percentuali dei colori primari presenti.

 

6.ii - Parole-avverbi.

Corrispono agli avverbi dell'italiano, o a quegli aggettivi qualificativi che spesso ne fanno le veci, come brax "velocemente" (o "veloce" se non è riferito a un sostantivo).

brax imroy "cammina velocemente" (o "cammina veloce"); brax imimroykah "cammina molto velocemente" ("cammina molto veloce"). Si vedano poi le regole dell'iterazione (o duplicazione) intensiva.

 

7 - PAROLE-NUMERI.

 

La matematica vulcaniana si regge su un sistema quinario. Il lessico matematico dei vulcaniani è piuttosto complesso, qui ne daremo solo le basi.

0

i'

1

ri'

2

ra'

3

ro'

4

re'

5

ru'

6

ti'

7

ta'

8

to'

9

te'

10

tu'

Il vulcaniano ha pure specifiche parole per i decimali:

0,0

i'

0,1

ir

0,2

ar

0,3

or

0,4

er

0,5

ur

0,6

it

0,7

at

0,8

ot

0,9

et

1

ut = ri'

Si noti che il numero 1 può essere reso sia come unità (ri'), sia come dieci decimi (ut).

Le parole per i decimali valgono per qualunque grandezza sotto la virgola.

Per esempio: ra'irurit "2,156"; tu'eritir "10,461" (da pronunciarsi svelti e spediti). A seconda della posizione che occupa, dunque, la stessa parola-numero indica via via i decimi, i centesimi, i millesimi, e via dicendo.

Sul sistema quinario sono basate le Parole-entità, si ha così un sistema che prevede singolare, duale, triale, quartale e quintale. In vulcaniano arcaico vi sono tracce di questo sistema nei verbi, espressi dall'incorporazione di forme numerali.

Esempi:

In vulcaniano moderno si ha: s'ra' krokroykah "voi due, fermatevi!", ma in vulcaniano arcaico la forma corretta era: s'ra' krokroyrakah!

Il vulcaniano moderno S'ro' qomiru' brax imroykah "voi tre umani, camminate veloce!" era in vulcaniano arcaico: S'ro' qomiru' brax imroyrukah!.

Si noti che in vulcaniano i numeri da uno a cinque vengono posposti al nome, quelli da sei a dieci preposti. Quindi si dice qomiri', qomira', qomiro', qomire', qomiru' ("uno, due, tre, quattro, cinque umani") ma ti'qomie, ta'qomie, to'qomie, te'qomie, tu'qomie ("sei, sette, otto, nove, dieci umani").

 

8 - PARTICELLE.

 

Le particelle (enfatiche, interrogative, eccetera) possono essere usate libere nella frase, o usate prefisse, infisse o suffisse con altre parole.

Ad esempio l'interrogativo qa può usarsi da solo o preposto a una parola-verbo.

Esempio: s'timuxoy "sei vivo" > qa s'timuxoy "sei vivo?"

Abbiamo inoltre nirsh "no" e a (a:) "sì".

 

9 - PARTICELLE COORDINATIVE.

 

In vulcaniano vi sono molti tipi di particelle coordinative, generalmente enclitiche (e quindi da posporre al sostantivo da congiungere o disgiungere). La caratteristica è che tali particelle è che vanno posposte a tutti i sostantivi della serie.

-ong "e".

spokong kirkong "Spock e Kirk".

qomi'ong whl'q'n'ong "un umano e un vulcaniano"

s'ro qomiro'ong whl 'q'n'ong "voi tre umani e il vulcaniano"

-azh "o".

spokazh kirkazh "Spock o Kirk".

qa spokazh qa kirkazh "è Spock o Kirk?" (con la particella interrogativa qa , che viene anch'essa ripetuta su entrambi i termini).

-niazh "né".

spokniazh kirkniazh "né Spock né Kirk"

nirsh spokniazh nirsh kirkniazh "non Spock e nemmeno Kirk (con nirsh "no", che viene anch'esso ripetuto su entrambi i termini).

uks "ma"

ni-/-a "non/ma".

nispok kirka "non Spock ma Kirk" (esprimibile, meno elegantemente, con nirsh spok uks kirk).

La congiunzione -ong "e" viene usata anche in contesti particolari.

Ad esempio, nella frase spok-ong t'hyla'at plak "il sangue dell'amico Spock", il nome "Spock" viene posto in congiunzione per dare un senso del tipo "il sangue dell'amico che è Spock" (la frase andrebbe letteralmente tradotta "il sangue dell'amico e Spock"). Si noti il contrasto con Spock t'hyla'at plak "il sangue dell'amico di Spock" (o meno elegantemente Spock'at t'hyla'at plak). Ma vedremo meglio in seguito le sottigliezze nell'uso del genitivo.

 

10 - DUPLICAZIONE INTENSIVA.

 

Una caratteristica del linguaggio vulcaniano e la duplicazione intensiva, usata con parole-azioni, parole-entità e parole-qualità:

krokroykah "fermatevi!" (detto con forza e decisione)

th'at t'hyleat i-plaplak "il sangue del mio amico" (enfasi sulla parola "sangue")

the'at t'hyleat a-plakhi krokroykah "fermate il sangue dei nostri amici!"

kirk'at sb'sbah plakhi kroykah "ferma il rossissimo sangue di Kirk!"

Le parole-qualità possono esprimere, oltre al grado 1, altri due gradi, grazie al sistema della duplicazione intensiva. Il grado 2 viene espresso ponendo quale infisso la vocale radicale; il grado 3 con una duplicazione della sillaba finale:

ack "grande" > acak "grandissimo" > acakak "immensamente grande"

ick "piccolo" > icik "piccolissimo" > icikik "infinitamente piccolo"

 

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