INTERVISTA
CON ROBIN CURTIS

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"Non ne sapevo nulla!" scherza Robin Curtis parlando della sua ignoranza del mondo di Star Trek. "Sono stata iniziata con amore durante gli anni, ma qualche volta ero completamente al buio, non sapevo proprio in che cosa ero capitata."

La lunga frequentazione di Star Trek è cominciata per la Curtis quando le venne chiesto di interpretare il Tenente Saavik in Star Trek III: alla ricerca di Spock.Ha ripreso il ruolo per Rotta verso la Terra ed è tornata, diversi anni dopo, come guest star in un episodio in due parti di Star Trek: The Next Generation. "L'intera esperienza è divenuta sempre più dolce durante gli anni," dichiara. "Quando ho fatto per la prima volta Star Trek la cosa che mi è venuta in mente è stata: 'Oh mio Dio, questo è buon divertimento pulito per famiglie, sono stata fortunata ad entrarci.' Era una formula già sperimentata e molto amata, e questo era molto di conforto.

"Nonostante tutto, però, l'intero mondo era nuovo per me. ed è stato strano entrarci come Vulcaniana. La mia personalità è quanto di più lontano ci sia dai Vulcaniani. La mia famiglia ha sempre dimostrato amore e allegria, quindi è stato strano entrare in questo mondo come Vulcaniana."

Anche se Curtis si rendeva conto che Saavik era stata interpretata da un'altra attrice in un film precedente, non ha dovuto preoccuparsi di emulare la recitazione di Kirstie Alley, e neppure ha dovuto vederla. 'Penso che sia stato una specie di regalo dei produttori Harve Bennett e Leonard Nimoy, perché il suo nome non mi è mai stato fatto. In effetti la mia sensazione era di interpretare un personaggio nuovo. Nessuno mi ha mai detto 'Sai, in Star Trek II: l'ira di Khan, abbiamo visto che David e Saavik si piacevano..."

Interpretare Saavik è stato reso più facile anche grazie ai consigli del Vulcaniano fisso dei film, Leonard Nimoy, che era anche il regista. "Ad essere sincera non posso dire niente su come abbia diretto dal punto di vista tecnico, ma di sicuro sentivo che stavo lavorando con un regista che capiva gli attori, ed è stato capace di darmi suggerimenti quando ne avevo bisogno. Aveva un modo di fare interessante e ho apprezzato i suoi consigli. "Per esempio, nella scena del finale (di Star Trek III dove Spock è sottoposto alla fusione mentale, la questione era se sarebbe riuscito a tornare da noi. Mentre stavo sul set, Leonard mi venne incontro, più vicino fisicamente di quanto fosse mai stato. Mi si parò davanti e si chinò per bisbigliarmi all'orecchio, dicendo: 'Robin, come ti sentiresti se improvvisamente vedessi per la strada qualcuno con cui hai avuto rapporti intimi in passato?' Io diventai rossa per l'imbarazzo e non sapevo se lui volesse che gli rispondessi ad alta voce o la sua domanda serviva solo a farmi riflettere un momento. Distolsi lo sguardo e poi lo guardai di nuovo e lui disse: 'Sì, ecco, ecco quello che voglio!' Era stato quasi come se, parlando a me come Robin, avesse fatto scattare quello che voleva da Saavik. Credo che sia stato davvero forte."

Pensando al cast di Star Trek III, Curtis ha ricordi affettuosi dello scomparso Merritt Butrick, che interpretava il figlio di Kirk, David. "Merritt era un uomo davvero dolce; aveva una grande energia, era molto esuberante. Io sentivo un'enorme pressione, non parlavo se non ero interrogata, e non mi sono lasciata andare al divertimento fino alle ultime settimane, e devo dire che Merritt ha avuto una grande parte in questo. Mi costringeva sempre a scherzare o danzare sul set con lui.

"Esitavo a fare una cosa del genere all'inizio perché non volevo che qualcuno pensasse che non me ne importava niente - se ti diverti troppo dai l'impressione di non lavorare abbastanza sodo. Fu solo verso la fine che mi dissi 'E allora! Ci si può divertire tra una scena e l'altra, e non apparirà poco professionale.' Merritt mi ha aiutato in questo."

Un altro attore che è rimasto impresso a Curtis è il veterano di film e televisione Christopher Lloyd che interpretava il ruolo sanguigno del comandante klingon Kruge. "All'inizio evitavo di parlargli, perché non avevo ancora visto Taxi e non volevo sembrare una stupida che non aveva visto la sua serie." Al contrario di me, che volevo ogni possibile informazione per interpretare la parte, sembrava che Christopher non dovesse saperne nulla, recitava e basta.

"Un particolare giorno di riprese, doveva abbassarsi, prendere il comunicatore e parlarci dentro, e continuava ad allungare le braccia verso il cielo urlando 'Teletrasportatemi!' Il comunicatore si trovava allora a quasi un metro di distanza dalla sua faccia perché, appunto, aveva le braccia tese. Allora hanno detto 'Stop! Christopher, devi parlare dentro il comunicatore che hai preso per terra, è quello che manda il messaggio.' Lui rispose 'Oh, già!' e ripeté la stessa cosa di nuovo. Se ne stava lì, con le braccia tese e nessun contatto con il comunicatore, ma diceva 'Teletrasportatemi!' meglio di chiunque altro in quel momento!"

Del cast dell'originale Star Trek, l'attrice dice di non aver mai avuto contatti con la star William Shatner. "Semplicemente quell'uomo non si rese mai disponibile per me. Tutte le volte che c'era una pausa sul set, lui spariva. Non era mai lì a chiacchierare come facevano gli altri dci cast. Scelse di non partecipare in quel modo, e le ragioni possono essere tante. Non l'ho conosciuto abbastanza bene da decidere se mi piaceva o meno. Forse non me lo ricorderei con tanta amarezza se non fosse che tutti gli altri sono stati così disponibili e aperti."

Fortunatamente Curtis ha storie più allegre da raccontare sugli altri membri del cast. "Quando penso a Nichelle Nichols penso a qualcuno caldo, con l'argento vivo addosso, piena di spirito e giocherellona. In Rotta verso la Terra ho avuto il coraggio di andare da lei durante i saluti finali. Ho finito di provare la scena e le dissi: 'Sai, Bill non mi guarda neppure. Non mi guarda in questa scena ed è cosi strano interpretare una scena quando non ti guardano.' Lei mi rispose: 'Oh, dolcezza, ho recitato con Bill Shatner faccia a faccia per anni!' Aveva un modo per affrontare le cose di petto, e con una buona dose di umorismo.

"George Takei è uno dei più completi esseri umani che io abbia mai incontrato. E cosi collegato al mondo intellettualmente e accademicamente, e parla forbito. Ho avuto la sensazione che deve essere legato spiritualmente alla vita, per avere la grazia che ha. Tutte le volte che cammina per la strada riesce a trascinare le folle. E' una persona incredibile.

"Walter Koenig non ha mai preteso di essere qualcosa che non è. E' molto intelligente, molto compito. E' anche molto tagliente, con una volontà di ferro. Walter mi diede un grande consiglio all'inizio, ma io non lo seguii e ora me ne pento. Mi disse: 'Tieni un diario giornaliero di quest'esperienza.' Ma non sapevo a cosa potesse servire. Si finisce un lavoro e si va avanti con un altro e così via, ed è interessante rendersi conto che tutte le mie esperienze sarebbero potute diventare storie che mi piaceva conservare."

Saavik tornò per Rotta versa la Terra, ma in un ruolo drasticamente ridotto. 'Il suo personaggio viene lasciato su Vulcano all'inizio del film, quando Kirk e il suo equipaggio tornano sulla Terra. Curtis scherza a proposito dell'essere stata lasciata su una roccia con Jane Wyatt (che interpreta la madre di Spock, Amanda), ma dichiara che comunque è stata un'esperienza godibile. "E' stato bello lavorare nel film, perché tutti si divertivano. L'energia sul set era così diversa da quella dell'altro. Nei pochi giorni che ho lavorato ho visto subito la differenza, perché stavano facendo un film migliore. Star Trek III: Alla ricerca di Spock è stato davvero drammatico. Morivano tutti nel film, e Leonard stava ancora cercando la sua strada come regista, che penso abbia poi intrapreso magnificamente, comunque, equilibrando gli ego e i talenti, ma qui parlo della storia. Nel nuovo film erano di nuovo immersi in un'atmosfera di insieme, che credo sia molto più Star Trek."

Rotta versa la Terra è l'ultima apparizione di Curtis in un film della saga, ma non l'ultima volta che è stata coinvolta nell'universo di Star Trek. Durante la stagione finale di Star Trek: The Next Generation ottenne la parte principale da ospite nell'episodio in due parti "L'arma perduta". "Mi avevano offerto un'altra parte all'inizio di quell'anno, ma avevo dovuto rifiutare perché due ore prima avevo accettato un altro lavoro. L'unica gloria fu che finalmente volevano me e avevo dovuto dire di no perché lavoravo!"

Ironicamente, a Curtis venne chiesto di interpretare un'altra Vulcaniana... o quasi. Il suo personaggio, Tallera, era una mercenaria vulcaniana che faceva finta di essere Romulana; un personaggio molto diverso da quello di Saavik.

"Sono molto differenti, penso. Questa donna ha tutta una serie di motivi malvagi e, per essere sincera, per i primi giorni ho lavorato senza sapere che diavolo stessi interpretando. Non mi avrebbero dato l'intera sceneggiatura fino alla settimana seguente e io continuavo a pregarli. Alla fine non ho ancora capito se ero una Romulana che faceva finta di essere Vulcaniana o una Vulcaniana mascherata da Romulana!"

Curtis non ha potuto recitare con l'intero cast di Star Trek: The Next Generation, ma aveva diverse grandi scene con Patrick Stewart, specialmente nel secondo episodio. "Ero terrorizzata dal lavorare con Patrick," ride. "E' un uomo molto attraente, ha una grande presenza e io ero davvero nervosa. Speravo di potermi controllare e ho scelto di farlo evitando di familiarizzare con lui. Era un lavoro, ed è per questo che ci sono riuscita. Le nostre scene insieme erano strutturate un pò come un gioco gatto-topo e sentivo che, per mantenere la tensione, non avrei dovuto conoscerlo fuori dal set o non ci sarei riuscita.

" Riflettendo sui suo lungo coinvolgimento in Star Trek, Robin Curtis trova piacevole essere coinvolta in quello che è diventato un fenomeno culturale. "All'inizio mi chiedevo perché mi invitassero alle convention: perché mai qualcuno doveva essere interessato a quello che io dicevo? Col tempo ho accettato il fatto che questa è una parte della mia vita ed e inestricabilmente legata ad esso. Gli appassionati mi hanno insegnato cos'è questa grande cosa di cui faccio parte, e ne sono intimidita. Ho capito che Gene Roddenberry è stato un grande uomo con grandi idee, che ha fatto vedere un'immagine positiva del futuro, con meravigliose filosofie che vivono nel suo lavoro. E' meraviglioso farne parte.

"A parte questo è un'esperienza che arricchisce, avere la possibilità di conoscere altre persone. Ed è stato anche bello dai punto di vista finanziario, ma non lo farei se non fosse comunque divertente. Gli appassionati mi hanno sempre dato qualcosa e io, in cambio, do qualcosa a loro. la vita è troppo breve e davvero troppo bella per non buttarsi completamente in qualunque esperienza, e questo è ciò che ho fatto."

 

di Joe Nazzaro
Tratto da Star Trek Monthly, n.6, agosto 1995
Traduzione di Gabriella Cordone
Pubblicato in Italia su IST 91


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