INTERVISTA 2 CON L.NIMOYidic


Se c'è un volto che caratterizza Star Trek, è sicuramente quello di Leonard Nimoy.
Più di qualunque altro attore apparso in una delle varie serie, più di qualsiasi versione della USS Enterprise una foto o un ritratto di Nimoy truccato da Vulcaniano diventa, automaticamente il simbolo di tutto quello che Star Trek rappresenta. Oggi volta che un libro dedicato alla fantascienza vuole mostrarsi tale, il mezzo sicuro è di sbattere Nimoy in copertina. Ogni volta che uno spot pubblicitario o un fumetto vogliono scherzare sull'argomento, le finte orecchie finiscono appiccicate al suo volto scarno. La faccia di Leonard Nimoy è una delle più riconoscibili di questo mondo.
Da un uomo che ha raggiunto un tale livello di notorietà ci si potrebbe anche aspettare che sia suscettibile, arrogante e magari paranoico, ma Leonard Nimoy proietta l'immagine di un professionista equilibrato, capace di considerare il fenomeno Star Trek in modo più analitico e distaccato di alcuni suoi coetanei. Il suo recente libro 'I Am Spock' (di prossima uscita presso Fanucci Editore) rappresenta in parte un secondo tentativo di autobiografia, ma è anche un dialogo con il suo alter ego. Inoltre serve a controbilanciare l'autobiografia del 1975 I Am Not Spock: il titolo aveva fatto sospettare che lui rifiutasse il personaggio e di conseguenza anche i suoi fan. 'I Am Spock' contiene numerosi riferimenti a film, programmi, libri e autori di fantascienza, tanto da far sospettare che anche Leonard Nimoy sotto sotto avesse un particolare interesse per la fantascienza.
"La mia passione è nata dal fatto che mi sono spesso ritrovato a lavorare nella fantascienza, fin dal lontano 1952," ricorda. "Il mio primissimo impegno in questo campo fu in una serie prodotta dalla Republic Pictures. Era uno di quei programmi di 12 episodi che duravano 15 minuti ciascuno e venivano proiettati al cinema insieme al film del momento. lo recitai in un programma chiamato 'Zombies of the Stratosphere'. È piuttosto buffo adesso, a pensarci bene. lo interpretavo un marziano che arrivava insieme ad altri due o tre con il pazzesco piano di impadronirsi della Terra"
Una versione tagliata di 'Zombies of the Stratosphere' fu rimessa in circolazione nel 1958 con il titolo 'Satan's Satellites', ma intanto Nimoy aveva recitato in numerosi altri film dell'orrore e di fantascienza, compresa la classica storia delle formiche che vogliono impadronirsi del mondo (Assalto alla Terra) e il non altrettanto classico 'The Brain Eaters'.
"Ho lavorato in tutte le serie televisive di fantascienza trasmesse negli anni Cinquanta e Sessanta," ammette Nimoy. "Ho fatto comparse occasionali in alcuni film di fantascienza e da ragazzino avevo un certo interesse per la materia: ero solito leggere una serie di libri chiamati i romanzi di Tom Swift. Perciò l'argomento è sempre stato importante per me... e in qualche modo ho finito per rendermi utile nel campo fantascientifico"
Dopo dieci anni di piccole parti nel cinema e in televisione, il produttore Gene Roddenberry gli offrì la parte di un alieno nell'episodio pilota di una nuova serie televisiva. Tutto il resto è storia, ma, come insegnano Star Trek e l'universo di Specchio, specchio (Mirror, mirror), avrebbero potuto esistere realtà alternative a quella che conosciamo. Martin Landau (in seguito divenuto famoso grazie a Spazio: 1999 e al recente film 'Ed Wood'(1) era la seconda scelta di Gene Roddenberry per il ruolo di Spock, in caso di rifiuto di Nimoy. Se Landau fosse stato la prima scelta e lui la seconda, come sarebbe stata la carriera di Nimoy?
"Credo che mi sarei occupato di regia molto prima," dice. "Negli anni Sessanta stavo considerando la possibilità di intraprendere la carriera di regista. Avevo tenuto numerosi corsi di recitazione e avevo seguito come uditore corsi di regia. Avevo addirittura seguito vari registi sul set per familiarizzarmi con i procedimenti e gli aspetti tecnici, e stavo avviandomi in quella direzione quando improvvisamente il primo e il secondo episodio pilota di Star Trek trovarono un acquirente e io fui preso nell'ingranaggio, intrappolato nella parte di Spock. È quindi probabile che la mia attività sarebbe stata la regia"
Gli universi paralleli hanno un fascino senza fine - tutti noi siamo presi dal gioco "e se..." - e si è tentati di immaginare il successo di Star Trek con Martin Landau nella parte di Spock e con Jack Lord (la prima scelta di Roddenberry; in seguito avrebbe raggiunto il successo con Hawaii Squadra 5-O) nella parte di Kirk. In altre parole il successo di Star Trek è dovuto all'idea di Roddenberry o alla casuale costituzione della triade Shatner, Nimoy e Kelley?
Nimoy non è ben sicuro. "Non si può sminuire l'importanza dell'idea," comincia. "Si rivelò subito vitale, praticabile e comprensibile:' Poi aggiunge: "Ci volle un po' perché la distribuzione delle parti andasse a posto. Credo che la prima scelta del cast fosse meno felice di quella definitiva, e questo solo per motivi di personalità e di chimica.
Dopo trent'anni di convivenza con Spock, che cosa ha mantenuto acceso l'interesse di Nimoy per la parte?
"Spock è molto cambiato, e per questo ha continuato a interessarmi. Credo che mi sarei annoiato se il personaggio fosse rimasto sempre lo stesso. Io sono cambiato, Spock è cambiato, e questo in sostanza è l'argomento del mio libro, in quanto entrambi abbiamo modificato le nostre posizioni fino a trovare un punto di incontro. Spock è diventato un pochino più flessibile e io un pochino più logico... La scena alla fine di 'Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto' fra Spock e Kirk per me è stata uno spartiacque - quella dove Spock dice a Kirk 'Possibile che noi due siamo diventati tanto vecchi e tanto inflessibili da essere sopravvissuti alla nostra utilità?' Questo è il tipo di commento introspettivo che Spock non avrebbe mai fatto 25 anni fa e mostra una nuova capacità di autoanalisi... è l'evoluzione del personaggio che ha mantenuto vivo il mio interesse:' Bene, allora Spock è cambiato e anche Leonard Nimoy. Era inevitabile. Ma si può dire lo stesso degli Stati Uniti? Personaggi di rilievo del mondo di Star Trek e fan importanti hanno scritto molto per sostenere che il messaggio di speranza, pace, ottimismo e impegno scientifico ha cambiato gli Stati Uniti, sia pure di poco.
"Non credo che il Paese sia cambiato," dice Nimoy, "ma credo che siano alcune persone a essere cambiate. Domenica scorsa ero a New York a vedere Patrick Stewart che faceva Prospero (2) in teatro, e al termine della rappresentazione stavamo risalendo il passaggio affollato fra le file di sedili per lasciare la sala quando una giovane donna mi ha detto queste precise parole:
'Lei ha cambiato la mia vita: E mi capita spesso di trovare persone che raccontano come la loro vita sia cambiata in meglio grazie alla serie:' Tuttavia anche i fan hanno un lato oscuro: l'ossessione. In 'I Am Spock' Nimoy racconta che nel 1978 una fan gli rubò gli abiti, li indossò e poi gli telefonò per dirgli: "In questo momento mi sono trasformata in te... ho addosso i tuoi vestiti:" Molte star meno famose ricorrono alle guardie del corpo e agli occhiali scuri per sottrarsi ai fan, ma anche qui Nimoy dimostra il suo tipico buonsenso.
"No, non spreco tempo a preoccuparmi di cose del genere. Fanno parte del gioco. Ci si offre all'attenzione del pubblico e queste reazioni sono inevitabili, non si tratta di un fenomeno limitato a Star Trek. Succede con ogni spettacolo televisivo, a ogni attore cinematografico. Noi ci mettiamo in mostra, chiediamo al pubblico di accorgersi di noi, e loro lo fanno. A volte l'attenzione che suscitiamo è sgradevole, ma credo che questo valga per Star Trek come per qualsiasi altra serie televisiva, né più né meno:' La popolarità di Star Trek è cresciuta con gli anni, e Nimoy ne è sempre stato al centro. La serie originale non ottenne un successo immediato, tanto che fu cancellata alla fine della terza stagione, ma con le successive repliche divenne un tale fenomeno cult che fu progettata una nuova serie televisiva. Avrebbe dovuto chiamarsi Star Trek: Fase II, ma fu rapidamente sostituita da una serie di film che conquistarono un pubblico del tutto nuovo, e Nimoy, attore nel primo film, diventò il pilastro centrale del secondo e il regista del terzo e del quarto. Mentre 'Star Trek: Rotta verso la Terra' veniva completato, a Nimoy fu offerto l'incarico di produttore esecutivo di un nuovo progetto: Star Trek: The Next Generation. Rifiutò, in parte perché non credeva che la serie avrebbe funzionato senza il cast originale; poi dovette constatare che il programma era diventato uno dei più seguiti nella storia della televisione. In riconoscimento della centralità di Spock (e di Nimoy) in Star Trek, l'attore fu invitato a riprendere il ruolo in un episodio di TNG, e quell'episodio in due parti, Il segreto di Spock ('Unification'), ottenne il massimo indice di ascolto della serie negli Stati Uniti. In 'I Am Spock' Nimoy ha ufficialmente dichiarato che la storia è 'meravigliosa' ma con noi è stato un po' più esplicito...
"La giudicai un'idea interessante. Non mi sembrò pienamente sviluppata sul piano drammatico, ma almeno era un'idea intelligente e stimolante. C'era veramente una storia da raccontare. Ma raggiungeva un altissimo livello di drammaticità? No... per essere del tutto sincero no.
Interessante... questo sì, mi sembrò una partecipazione preziosa e importante soprattutto perché il pubblico era veramente entusiasta dell'idea. Si trattava proprio di una specie di unificazione, non è vero? Un incontro di generazioni diverse. La cosa era già stata fatta da DeForest Kelley in una breve partecipazione, e anche da Mark Lenard nel ruolo di Sarek. Furono tutti momenti molto significativi perché rendevano l'idea di familiarità, di un legame stretto. Ma non è stato l'uso più efficace del personaggio di Spock'.
Questo argomento tocca un punto che Nimoy tiene a chiarire, perché le sue azioni sono state spesso fraintese. Quando intitolò la sua prima autobiografia 'I Am Not Spock' e rifiutò di partecipare al progetto di Star Trek: Fase Il, numerosi fan di Star Trek ne ricavarono l'impressione che non gli piacesse il personaggio. La sua interpretazione in 'Star Trek: The Motion Picture', limitata com'era dalla sceneggiatura, sembrò una conferma, e, quando filtrarono voci che Spock doveva rimanere ucciso in Star Trek Il: L'ira di Khan, l'opinione diffusa era che fosse una decisione pilotata da Nimoy. Non era affatto vero: l'intento di Nimoy è sempre stato di difendere Spock come personaggio e di assicurarsi che fosse sempre una parte essenziale della storia.
"La mia preoccupazione sull'uso del personaggio risale fin dagli inizi," spiega Nimoy. "C'è stato un momento, nella primissima parte della lavorazione della serie originale, in cui Spock era un personaggio di secondo o di terzo piano, e in quei primi episodi c'erano spesso scene in cui non compariva affatto. Quando il personaggio improvvisamente acquistò un'enorme popolarità, la richiesta della rete alla compagnia di produzione fu 'date più spazio a Spock' Gli scrittori sul momento reagirono inserendo Spock in parecchie scene in cui prima non figurava, ma non avevano ancora avuto il tempo di trovargli una funzione. lo ritengo che Spock sia popolare per quello che fa, per il modo in cui agisce. Il pubblico vuole vederlo in azione, non semplicemente vederlo ciondolare in giro. Bisognerebbe sempre motivare la sua presenza, altrimenti è meglio lasciar perdere'.
Ovviamente questo punto di vista fu la causa dell'assenza di Nimoy dal film campione di incassi, 'Star Trek: Generazioni', in cui si incrociano i filoni della saga. "Generazioni rappresentò la prima volta in cui rifiutai di interpretare Spock dopo essere stato invitato," spiega Nimoy, tralasciando volutamente la serie mancata Star Trek: Fase II. "La ragione nuda e cruda fu che il personaggio non aveva una funzione:' Nimoy ci tiene a farsi capire chiaramente. "Non fui certo felice di non partecipare," dice con fermezza. "Dovetti scegliere fra due situazioni sgradevoli, e secondo me il male minore era non comparire piuttosto che non servire a nulla. Non mi va di andare a vedere uno spettacolo per il quale è pubblicizzata la presenza di qualcuno e poi scoprire che la persona in questione è irrilevante nell'economia dello spettacolo. Come spettatore la cosa non mi piace. Mi sento ingannato. E ritengo che sarebbe stato scorretto che il mio nome comparisse in cartellone senza che il mio personaggio avesse una funzione. Per me era chiaro che se avessi interpretato il ruolo offertomi, sarei servito solo da richiamo pubblicitario, senza contribuire al valore drammatico del film. La manciata di battute assegnate a Spock dalla sceneggiatura furono tranquillamente distribuite agli altri attori senza creare nessuno squilibrio, e questo dimostra che avevo ragione'.
Se si potesse trovare una storia nella quale Spock ha una parte importante, invece che limitarsi ad inserirlo dentro come un sopravvissuto, Leonard Nimoy accetterebbe volentieri la possibilità di riprendere in mano il suo ruolo. Tuttavia dubita che chi controlla l'esclusiva di Star Trek abbia progetti per la squadra della serie classica. "Si tratta di vedere quali sono le intenzioni. Se mi chiedete 'lo spazio ci sarebbe?' oppure 'sarebbe conveniente usare ancora la squadra originale?' io risponderei decisamente di sì. Ma non credo che sia quella l'intenzione - almeno, io personalmente la vedo così. Non ho titolo per pronunciarmi sull'argomento'.
Nimoy non si occupa di regia da alcuni anni. "È solo che non ho più visto una sceneggiatura abbastanza convincente o abbastanza stimolante," spiega. "Per me la regia è un lavoro arduo, richiede fatica fisica e coinvolgimento emotivo:' Anche le sue partecipazioni a programmi televisivi e film si sono limitate a progetti che gli interessano personalmente. lavoro se e quando si presenta l'occasione buona. Non è che debba chiamare il mio agente e dirgli 'Ho bisogno di lavorare' Sono molto impegnato. In questo momento sto lavorando alla distribuzione delle parti per un'opera teatrale intitolata 'The Apples of the Fall'. È un testo nel quale dramma e commedia si intrecciano, incentrato sui rapporti tra madre e figlia. La prima è in febbraio, e in aprile saremo a New York. Era molto che non mi occupavo di teatro, e me la sto veramente godendo'.
William Shatner si è recentemente impegnato nella stesura di alcuni romanzi che ruotano intorno al capitano Kirk, ma Leonard Nimoy ci tiene a prendere le distanze da questi ritorni al ruolo che gli ha dato la fama. "Non prevedo affatto di scrivere su Spock in futuro," spiega. "Sto lavorando al progetto di un romanzo il cui protagonista è un alieno, ma non necessariamente Spock. In questo momento mi piace la diversità. Mi piace molto. Mi diverte passare rapidamente da un progetto all'altro. Lo trovo stimolante. Mi sento libero, non costretto a un dato ruolo a lungo termine, I miei impegni attuali sono tutti diversificati, interessanti e a breve termine, e io mi diverto. Adesso sono restio a impegnarmi in un qualunque progetto a lungo termine perché mi sta molto a cuore la mia vita privata, e finché le mie attività mi lasciano spazio per vivere come voglio, sono soddisfatto'. La sua carriera spazia dalla scrittura alla recitazione, dalla regia alla produzione, ma il suo viso Io associa immediatamente a un particolare personaggio: così Nimoy è al tempo stesso una delle persone più duttili e più rigidamente legate a un modello nell'arte visiva.
Nel decennio successivo alla cancellazione della serie classica, il più delle volte interpretò personaggi freddi e razionali, compreso lo psichiatra posseduto dagli alieni nel rifacimento del 1978 di 'L'invasione degli ultracorpi' (Terrore dallo spazio profondo), nonché uno dei pochi personaggi immaginari più noti di Spock, il famoso investigatore privato Sherlock Holmes. Quando gli chiediamo se per lui interpretare personaggi logici e freddi non stia diventando una seconda natura, si mette a ridere e risponde: 'Ormai dovrei proprio sapere come si fa'.


(1) Landau, nella parte della star dell'orrore Bela Lugosi, ha vinta l'Oscar per questa film (N.d.T.).
(2) Protagonista dell'opera teatrale "La tempesta" di Shakespeare (N.d.T.).
(3) Da questa episodio è stata tratta il romanzo "Il Segreto di Spock" di Jeri Taylor (Fanucci Editore, 1995).

(di Andy Lane, da 'STAR TREK La Rivista Ufficiale', 2/98)

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